fuazza
fuazza f. (280 S. Mauro C.) pane di forma oblunga del peso di circa cinquecento grammi. Anche vasteṭṛa (→ guasteḍḍa). Se di più piccole dimensioni, fuazzeḍḍa. 2. (267 Cefalù) grossa pagnotta di pasta di pane ammorbidita con aggiunta di acqua e cotta a forno chiuso. Viene consumata ancora calda dopo averla aperta e condita con olio, sale e pepe con l’aggiunta, a piacere, di sarde o acciughe salate, formaggio e origano. Se di più piccole dimensioni, anche cuḍḍureḍḍa e fuazzeḍḍa. 3. (264 Colles., 268 Gratteri, 269 Isnello), porzione di pasta di pane (talvolta ammorbidita con aggiunta di acqua e di una piccola quantità di olio) schiacciata e posta a cuocere su un lato del forno, accanto alla brace, gen. prima di infornare il pane. Gonfia e morbida, con alveolatura piuttosto ampia, viene consumata ancora calda dopo averla aperta e condita con olio, sale, pepe e origano (con l’aggiunta, a piacere, di acciughe o sarde salate, formaggio e/o pomodoro a fette) oppure con ricotta. A Collesano (264) anche fuvazza; a Isnello (269) anche fruata e fruatu; a Gratteri (268) anche fuazzeḍḍa a-bbampa e vruscata; 4. (264 Colles. ) porzione di pasta di pane schiacciata e posta a cuocere su un lato del forno, accanto alla brace, dopo averla condita in superficie con olio, origano e, a piacere, polpa di pomodoro, pezzetti di formaggio, sarde o acciughe salate e cipolla. 5. (281 Pòllina) piccola porzione di pasta di pane non bene lievita (recuperata dalla pulitura della madia) schiacciata, fritta in padella e insaporita con sale o con zucchero. Anche cuḍḍuruni frittu. 6. fuazza d’ova (281 Pòllina) frittata imbottita di ricotta o formaggio fresco. → fuazzeḍḍa; fuazzuni.
◙ Fuazza condivide con l’italiano focaccia l’origine tardo latina (FOCĀCIA, cotta nel FŎCUS ‘focolare’, cfr. C. Battisti – G. Alessio, Dizionario etimologico italiano, G. Barbera Editore, Firenze 1950-1957). La forma siciliana fuazza lascia suppore, però, un tramite francese antico (fouace). (cfr. I. Valenti, Gallicismi nella cultura alimentare della Sicilia, Centro di studi filologici e linguistici siciliani-Dipartimento di Scienze filologiche e linguisyiche, Palermo 2011).
Questo tipo lessicale (con le varianti fuvazza, favazza, fugazza e fucazza, e con l’accr. fuazzuni e il dim. fuazzeḍḍa) è usato, per designare vari tipi di focaccia, in altre varietà di area centrale e nordorientale (PA: Lercara Friddi, Montemaggiore Belsito, Termini Imerese e Vicari; AG: Canicattì e Licata; CL: San Cataldo e Serradifalco; ME: Naso, Pettineo, San Marco D’Alunzio, Sant’Agata Militello, Tortorici e Tusa; CT: Acireale, Bronte, Giarre, San Gregorio, Randazzo e Tremestieri.)